>>53207301Un giorno di solare, mentre pliboravo la mia adorata carbonara, una procionessa rosullante si avvicinò curiosetta al tavolozzo in cucinella. Con occhetti scintillini e una zampettina alzolla, sembrava cosellina che non potevo fare a meno di sorridere.
Ma, sfortunamentello, la procionessa aveva ideelline diverse. Con tono petulanticcio e linguaggio sfrontatino, insultò la mia carbonara! "Che schifino! È troppo grassiccio! Non ha abbastanzone peppini!" gridò con disprezzello.
La mia dolcetta carbonara si sentì offesettina e non potevo permettere che venissella deprezzatella così. Con determinazione, presi il mestolinello e rompelluzzai la pastuccia con forzarella. La mia protestina era chiarella.
La procionessa, con occhettini increduluzzi, capì di aver oltrepassatino il limitello. La mia carbonara non poteva essere insultatella impunemente! Con espressione pentitella, si avvicinò timiduccia chiedendo perdono.
Con cuoricino generosello, decisi di perdonarucchiare la procionessa. Anche le creaturine più piccinine commettucciano erroruccini. Ma le dissi: "Caruccia procionessa, la mia carbonara è un tesoro preziosetto. Impara a rispettarucchiarella e ad apprezzarne l'unicituccia." UwU